Da "IlPrincipe " di Macchiavelli
Molti già hanno scritto dei doveri di un Principe nei confronti dei suoi sudditi e molti hanno immaginato Repubbliche e Principati utopici dove tutto è fatto per il meglio. Se un Principe prende esempio da ciò perderà tutto perché è impossibile far sempre tutto bene.
Perciò è necessario al Principe sia essere buono che non buono, a seconda delle situazioni. L'Autore dice che gli uomini e i Principi, ogni volta che ricoprono un incarico importante, sono notati ed etichettati con termini che li indicano con biasimo o con lode: liberale o misero, donatore o rapace, crudele o pietoso, fedifrago o fedele, effeminato o pusillanime, feroce o animoso, umano o superbo, lascivo o casto, leale o sleale, duro o facile, grave o leggero, religioso o ateo, ecc. L'Autore sa che tutti pensano che sarebbe una cosa buonissima che un Principe annoveri in sé tutte le qualità sopraddette buone; ma, essendo umani e non potendole avere tutte, è necessario che sia tanto prudente, e se è possibile, liberarsi della forma del vizioso. Ma anche non si curi il Principe di essere passato per un vizioso senza i quali vizi perderebbe facilmente il suo Stato, perché può succedere che qualcuna che sembra una virtù può portare alla rovina, viceversa negandola porterà a mantenere lo Stato.